La postmodernità in “Addio ai confini del mondo” Paolo Cianconi, FrancoAngeli 2011
estratto dal libro su gentile concessione dell'autore per Cinemadonia.it
Il
postmoderno è un entità difficile a definirsi.
Gli stessi autori che dichiarano di iscriversi e di riconoscersi nella così detta post-modernità
faticano a convergere su una definizione univoca, universalmente accettata e condivisa di questo
fenomeno culturale (
Dellantuono, Pastore) .
Possiamo parlare di postmodernità come della cultura che si è sviluppata subsoglia dagli anni
settanta in poi, ma che è emersa all’attenzione preponderante dagli anni ottanta in poi.
Il postmoderno è caratterizzato da un pensiero specifico, dal collasso di quasi tutti i sistemi
ideologici e di riferimento del ‘900, dalla inserzione delle tecnologie come terzo asse di intelaiatura
della specie umana, insieme al binario biologico e culturale.
Trapasso moderno – La questione della fine della modernità è ancora più ardua della sua
definizione. Allo stato attuale non possiamo dire con esattezza quale sia stata la sequenza e quali i
suoi protagonisti; tra l’altro non tutti gli autori sono d’accordo che la modernità sia trascorsa o
terminata. Il dilemma del confine della modernità sembra, almeno in parte, rimanere aperto:
finisce la modernità? A. Touraine (1970), addirittura, non parla di un passaggio in avanti, ma di una
retromarcia, di un processo di decostruzione: la de-modernizzazione.
C’è chi sostiene persino che
si dovrebbe parlare di una separazione in “due Novecento”. Tuttavia, inevitabilmente qualcosa è
accaduto nell’ultimo cinquantennio e non si può trascurarne l’importanza. Il mondo non è
assolutamente più assimilabile entro i parametri della modernità classica, industriale, capitalistica,
etnica, statale e non ultimo materiale-fisica.
Numerosi
fenomeni socio-tecnologici hanno cambiato
la nostra realtà, molti di questi processi trasformativi sono, tra l’altro, tutt’ora in corso. Potremmo
così parlare di trasformazioni e conseguenze.
Tra le trasformazioni più importanti ricordiamone almeno tre: le ricerche sulle nuove tecnologie, il
postcolonialismo e le sue derive, le trasformazioni geopolitiche ed economiche dopo la caduta dei
regimi socialisti. La nostra specie è immersa in queste metamorfosi che coinvolgono i gruppi, il
nostro modo di vivere e non ultima la nostra stessa biologia.
(
per approfondire leggere Addio ai confini del
mondo; parte seconda)
Tra le conseguenze delle
grandi trasformazioni ricordiamo almeno tre macro fenomeni: la
creazione di un nuovo tipo di spazio-tempo (spazi virtual-transnazionali) e l’alterazione di quello
consueto in terre vulnerabili; l’emergere ed il sussistere di un nuovo tipo di pensiero tra i sapiens
(la cosiddetta fine delle “grandi narrazioni” e sue conseguenze sul pensiero dei postmoderni); il
post-umanismo: trasformazione del corpo e della psiche per effetto delle nuove tecnologie.
(
per
approfondire leggere Addio ai confini del mondo; parte terza)
Quanto sopra scritto, naturalmente, non rende conto della portata di questi
eventi bio-socio-psicotecnologici
cui tutti noi siamo sottoposti. Il mondo intorno a noi è sollecitato, stirato mesmerizzato
tra campi di energie, che in parte sono nuovi e in parte riadattati (
mutati): se la realtà perde le
caratteristiche che conoscevamo e diviene altro. Nondimeno essa è riflessiva, cioè si avvede di
quello che gli accade e tenta di conservare una rotta. Le prossime generazioni, e almeno alcune di
quelle presenti, dovranno fare i conti con la resa del mondo che conoscevamo, mentre già emerge
il nuovo sistema, e navigarci dentro.
Mentre i confini collassano, le cose si trasformano.