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10 domande a Ivan Cotroneo

Ivan Cotroneo è un autore capace di far ridere, sorridere o pensare. Versatile perchè attento al mondo intorno e osservatore per istinto Ivan Cotroneo è già entrato negli schermi televisivi degli italiani da anni come sceneggiatore grazie all'Ottavo Nano e Tutti pazzi per Amore. Penna fertile con tendenze al naturalismo di nuovo millennio Ivan ha saputo emozionare e coinvolgere con la scrittura di Paz! e Mine Vaganti. Prima del grande salto dietro la camera da presa, naturalmente da indipendente e basandosi su un suo romanzo, Ivan lascia nella biografia del primo decennio del 2000 il suo ultimo romanzo: Un bacio.

1) Il momento in cui hai deciso che saresti diventato uno scrittoreNon mi sembra ci sia stato un momento in cui ho deciso. Scrivevo storie già alle elementari, racconti che poi mio nonno batteva a macchina. Ma non ho deciso veramente che sarei diventato scrittore. Io ho solo iniziato a scrivere come un matto.

2) La tua idea di cinema e letteraturaRaccontare mondi inventati per parlare del mondo reale. E quindi cercare di comprenderlo un po’.

3) Il supporto fisico su cui scriviTastiera del computer. Ma se sono in giro prendo appunti dappertutto.

4) Gli autori che ti hanno influenzato maggiormenteElsa Morante, William Somerset Maugham, Raymond Carver, William Shakespeare.

5) Il libro (altrui) che avresti voluto scrivere tuFerito a morte, di Raffaele La Capria



6) Il tuo spettatore ideale
Una persona che cerchi una storia da cui farsi trascinare.

7) La volta in cui avresti voluto mollare tutto (e il motivo percui non l’hai fatto)Non è ancora arrivata. Quando arriverà, spero di resistere.

8) Uno scrittore emergente che consiglierestiRossella Milone, che ha scritto tre racconti bellissimi: ‘la memoria dei vivi’.

9) Il progetto a cui stai lavorando in questo momentoPrendo appunti per il prossimo romanzo, una storia d’amore impossibile, ambientata a Napoli, nel presente e nel passato. E mi preparo a debuttare come regista.

10) Un giudizio su CinemaDoniaMi piace molto. Parlare di cinema indipendente è l’unico modo in cui si possa parlare di cinema. Il cinema dovrebbe essere solo indipendente. E sul sito, le schede e gli interventi sono veramente molto precisi.Ulteriori info e news:www.ivancotroneo.it (luigi starace) 





Francesco Giuseppe Raganato è un autore che ha trovato la propria risposta esistenziale e proposta visiva al dualismo fra l'esprit de finesse e l'esprit de géométrie. Francesco riesce a dire cose interessanti, trattare argomenti non consueti (quanto non francamente insoliti) e affascinare lo sguardo dello spettatore nella stessa opera. Francesco esprime un pensiero cinematografico, quindi complesso, dopo una lunga decantazione delle res humanae: prova ne è la bonomia con la quale sceglie di proporre la microstoria, filigrana di autentico sensibile talento.



1) Il momento in cui hai deciso che saresti diventato un regista
Quando a 10 anni mio padre in chiesa mi piazza in mano la telecamera per riprendere la prima comunione di mio fratello, poiché lui e mia madre dovevano accompagnarlo all’altare. Mi sono incantato a riprendere gli effetti di luce che filtravano dal rosone della navata centrale e ho perso il momento clou…

2) La tua idea di cinema
Raccontare storie che rimangano nella memoria collettiva.

3) Il modello di macchina con cui giri
A seconda delle produzioni cambiano i modelli di macchina; la mia preferita rimane sempre la storica Canon XL1s, anche se oggi giro solo con Canon 5d Mark II (ma con ottiche Nikon). Amo le immagini “pastose”.

4) Gli autori che ti hanno influenzato maggiormente
Quelli con uno stile immediatamente riconoscibile, ce ne sono tantissimi, ne cito solo tre internazionali (Malick, Haneke, Herzog) e tre italiani (Scola, Antonioni, Fellini)

5) Il film (altrui) che avresti voluto girare tu
Uno tra i tanti, “Una giornata particolare”, credo sia un gioiello di misura e profondità, con Mastroianni e la Loren in stato di grazia e movimenti di macchina semplici e poetici.

6) Il tuo spettatore ideale
Quello che non si accontenta (e che dopo mi viene a fare le domande)

7) La volta in cui avresti voluto mollare tutto (e il motivo per cui non l’hai fatto)
Penso di mollare tutto abbastanza spesso, tra un lavoro e l’altro soprattutto, poi però penso che non sarei veramente capace di fare null’altro e non mollo. Ma e’ dura, molto.

8) Un regista emergente che consiglieresti
Piu’ che “un regista” consiglio “una regista”, Chiara Idrusa Scrimieri, salentina, i suoi lavori hanno una leggerezza che le invidio molto.

9) Il progetto a cui stai lavorando in questo momento
Un documentario per Rai3 girato a Zamboanga nel sud delle Filippine, dove c’è un signore italiano che ha avuto un’idea utopica quanto fallimentare (ma sostanzialmente molto buffa): insegnare lingua, cultura e cucina italiana nel bel mezzo della giungla equatoriale. Mi fa pensare al Fitzcarraldo di Herzog…

10) Un giudizio su CinemaDonia
Buongustai, non c’è che dire. 


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