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Articles by "cinema europeo"


Commedia nera tratta da un romanzo di William Kempley L'ordinateur des pompes funèbres è il racconto della metamorfosi del colletto bianco grottesco Fred Malon, un impiegato in una compagnia di assicurazioni, che ribalta i paradigmi della propria vita a partire dall'uso dei numeri per riconquistare una passionalità desiderata ma mai ottenuta nella propria vita. Inizia con il calcolare le probabilità di incidenti domestici per pianificare con successo la morte della propria moglie Gloria, vessatoria, denigrante ed emotivamente indisponente.




Nel frattempo Fred diventa l'amante della propria sensuale e disinibita segretaria Charlotte, assistente al "calcolatore" ormai diventato indispensabile: continuerà ad usare il metodo statistico per farsi strada e ottenere prima la morte del suo collega Pierre, per liberare la moglie di lui, Louise, ottima cuoca ma che si rivela senza appetiti e fantasie sessuali: -Ma occorre spogliarsi, non prenderemo freddo? - sono le parole di Louise per il seduttore.

Fred viene costretto dagli eventi e dalla alleanza fra le due donne, che nel frattempo si sono conosciute per caso, alla convivenza con entrambe: un triangolo perfetto di cibo ed eros, almeno dalla prospettiva di Fred, che si autodefinisce un montone e come tale viene "cucinato" dalle due donne fino all'esaurimento nervoso programmato. Prima viene costretto ad eliminare il diretto superiore in ufficio per prenderne il posto con un agire poco prudente agli antipodi con le strategie manipolatorie dei primi due omicidi. Fred si sente un maschio alfa e l'uscita dal ruolo di dipendenza dalle due donne del triangolo decreta la fine del medesimo. Il potere che prende il posto dei bisogni non viene tollerato da Louise e Charlotte.


Sempre più vittima che carnefice Fred finisce per subire il suo medesimo metodo e viene spinto all'esaurimento nervoso e alla soglia del licenziamento dalle attenzioni sempre più ossessive delle due donne, che di fatto costituiscono una coppia ben affiatata capace di invertire i ruoli di donna materna e amante con il successore nel triangolo e collega di Fred. Al montone ormai cotto a puntino non rimane che confessare i suoi omicidi, ma non viene creduto e finisce in manicomio sotto le cure di una giovane psichiatra. Ormai in conflitto con ogni figura femminile e paranoico Fred uccide la psichiatra con la dinamite e rasserenato rientra in casa sua.

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#65SSIFF News 02 October 2017
Festival de San Sebastián


The San Sebastián International Film Festival is considered the most important festival in the Spanish-speaking world. A selection of films produced worldwide in the last year compete at the Official Selection. It is also considered as the bridge between Europe and Latin America film industries and a meeting point for industry professionals from all over the world. San Sebastián also covers every stage on the value chain of film production through The Industry Club activities: Ikusmira Berriak, Co-Production Forum, Films in Progress and 2017 new activity, Glocal in Progress. Most of the films, once completed, are selected for the Festival's different sections. The 2017 Donostia Awards will be granted to Monica Bellucci, Ricardo Darín and Agnès Varda.





Recensione a cura di Luigi Starace
Francesca
di Bobby Paunescu – Romania, 96′
v.o. rumeno – s/t italiano, inglese
Monica Birladeanu, Doru Boguta, Teo Corban

Film in concorso nella sezione ORIZZONTI –66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Sinossi:
Francesca è una giovane maestra d’asilo che sogna di emigrare in Italia. Nella speranza di una vita migliore, la giovane è pronta ad affrontare qualunque ostacolo, persino i dubbi e le preoccupazioni delle persone che le sono vicine. Il piano prevede che Mita, il suo ragazzo, la raggiunga in Italia non appena porterà a termine un piccolo affare in cui è coinvolto. Ma le cose prendono una piega infelice, vengono alla luce penose verità e le priorità cambiano.

Togliamo subito la curiosità: si è il film che non può essere ancora distribuito nelle sale italiane per via di un contenzioso legale vertente su alcune frasi offensive rivolte a politici italiani. Noi l’abbiamo visto alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia. La distribuzione italiana attende quindi il responso del giudice sull’obbligo o meno di cambiare il doppiaggio italiano. Qualunque sarà la decisione, non cambierà la sostanza delle considerazioni argomento di quest’articolo.

Certo a essere sinceri una prima riflessione diventa proprio questa querelle/querela (o querela versus querelle?): gli italiani 2.0 non sono solo quelli della pizza mandolino e mafia. Non solo, almeno. C’è il sesso, ma questo è noto in Europa dagli anni 60 quando anche le giunoniche ekberg s’immergevano piacevolmente negli acquosi fluidi italiani di cellulosa. Ora c’è anche, si parla naturalmente di stereotipi, anche l’intolleranza e lo sfruttamento. Questa “idea diffusa” scorre lungo tutto il film e diventa uno dei buoni motivi per parlarne. Ebbene occorre ammetterlo: ora anche gli italiani sono odiati all’estero. Il nostro 2.0: perdita di due lunghezze fuori casa, per usare una metafora sportiva.


Non sono tanti i film distribuiti in Italia che parlano del nostro lato oscuro: nell’America di Amelio gli italiani andavano in Albania per intascare gli incentivi e poi non far nulla. Erano gli anni del dopo sbarco a Bari. Ora la leva, sempre economica, dello sfruttamento è l’assistenza domiciliare degli anziani. Sarà davvero solo uno stereotipo? Le statistiche che danno il disinteresse all’integrazione dei giovani italiani al 40% circa, pure?

Francesca, volto già noto agli appassionati di Lost, ha una casa, ha un lavoro e ha una famiglia. Si ha anche un fidanzato focoso che non è italiano, sorry. E’ diversa dai nostri nonni veneti, piemontesi, pugliesi, lucani, siciliani… Non vuole emigrare per mangiare. Vuol farlo per migliorare, evolversi e idealisticamente (ma coerentemente con la sua giovane età) condividere il suo “surplus” con il suo gruppo sociale d’origine. Francesca riuscirà a mettersi in viaggio, ma sarà costretta a fare (o meglio subire) una scelta fra il progresso e gli affetti.




Il film ha un ritmo lento, quasi da fiction, ravvivato da una fotografia quanto più possibile naturalistica. Le ambientazioni quotidiane e le situazioni di vita mostrate fanno pensare al tentativo di una narrazione affine al neorealismo, ma non sarebbe corretto affermarlo perché il messaggio finale, amaro più che tragico è quello del rimanere perché il cuore ti costringe. Non esprit de finesse, tuttavia, ma pragmatismo d’affetti in un tutto scorre di cui però il singolo non riesce a percepire il movimento, cosi il film Francesca inizialmente molto ben comprensibile a chi vive nel Mezzogiorno, termina con la nascita della borghesia rumena. E la borghesia ovunque si vada è sempre la stessa…





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