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Mazinga Z - Infinity Ã¨  il film d'animazione digitale di tributo per i 45 anni del Manga di Go Nakai. Sarà nelle sale del nostro paese dal 31 ottobre, distribuito da Lucky Red col marchio Key Films.

Il film sarà presentato in anteprima mondiale assoluta alla Festa del Cinema di Roma, il prossimo 28 ottobre grazie ad Alice nella Città: per l'occasione, a introdurre la pellicola ci sarà niente di meno che Go Nagai, l'autore del manga originale nato nel 1972. 


















Mazinga Z Infinity riprenderà le avventure di Koji Kabuto e del suo Mazinger Z, dieci anni dopo gli eventi noti a tutti gli appassionati che hanno visto l'eroe trionfare contro il Dr. Hell e il suo impero. Koji avrà a che fare con una misteriosa entità che riemergerà dalle fauci del Monte Fuji e ancora una volta il destino dell'umanità sarà affidato al protagonista e al suo Mazinger Z.







La postmodernità è una cultura globalizzata iper-tecnologizzata, caratterizzata dalla riproducibilità tecnica delle merci, dagli esordi delle teorie dell’informazione, dalle trasformazioni nella concezione dell’umano, dall’opera sul sociale dei simulacri e dalla liquefazione dei blocchi costitutivi della modernità tra le variabili. La postmodernità si sviluppa con la crisi del paradigma moderno e postindustriale dopo gli Anni Settanta.

L’attività di ricerca del Dott. Paolo Cianconi, con il gruppo nato in ambito delle spedizioni etnopsichiatriche, si serve degli stessi strumenti d’indagine messi a punto nelle ricerche con le culture tradizionali o in via di modernizzazione. 


La ricerca in quest’ampio settore psicosociale e antropologico è simile alla ricerca classica che si può condurre sul campo della differenza culturale; la postmodernità è, infatti, una cultura diversa che subentra ai codici fordisti (paradigma industriale che prevede come stampo culturale una società basata sull’industria e sulla “catena di montaggio” come organizzazione del tempo, degli spazi, delle classi, dei valori, della costruzione delle relazioni nell’individuo e nei gruppi). 




Si può, quindi, approcciare la postmodernità con le tecniche di esame dell’alterità che ci offrono la sociologia, l’antropologia, la psicologia, la psichiatria sociale, la medicina, la fisica, la biologia, le scienze dell’informazione, l’hi-tech, l’estetica e l’arte contemporanea. L’ambito interdisciplinare è fondamentale.




L'autore
Paolo Cianconi è medico psichiatra, psicoterapeuta, antropologo. Lavora presso la Casa Circondariale di Regina Coeli, ASL Roma A. Svolge attività di ricerca e di docenza presso numerosi istituti sulle tematiche della psichiatria clinica, della psicologia sociale, della devianza e della marginalità, dell'etnopsichiatria e della psicologia della postmodernità. Si occupa dello studio delle "sindromi mutanti" della globalizzazione e dei dispositivi terapeutici tradizionali. Ha compiuto spedizioni di ricerca etnopsichiatrica in diverse realtà nazionali e internazionali nei luoghi a rischio di collasso culturale e di disgregazione identitaria, quali ad esempio le riserve indio, favelas e barrios. È direttore scientifico del master di Etnopsichiatria dell’Istituto Beck di Roma. È formatore in diversi master e scuole di psicoterapia in Italia.

#65SSIFF News 02 October 2017
Festival de San Sebastián


The San Sebastián International Film Festival is considered the most important festival in the Spanish-speaking world. A selection of films produced worldwide in the last year compete at the Official Selection. It is also considered as the bridge between Europe and Latin America film industries and a meeting point for industry professionals from all over the world. San Sebastián also covers every stage on the value chain of film production through The Industry Club activities: Ikusmira Berriak, Co-Production Forum, Films in Progress and 2017 new activity, Glocal in Progress. Most of the films, once completed, are selected for the Festival's different sections. The 2017 Donostia Awards will be granted to Monica Bellucci, Ricardo Darín and Agnès Varda.





30 settembre 2017 Macbeth di Daniele Salvo al Silvano Toti Globe Theatre Roma
Recensione a cura di Francesco Grillo

Daniele Salvo ha portato con grande successo, un intenso, carnale ed oscurissimo Macbeth al Globe Theatre di Roma.
In un'opera complessa e recitata con forza si stagliano almeno 2-3 scene assolutamente straordinarie. La scena dell'ultima cena di Re Duncan a Inverness con il suo anfitrione-traditore ed i suoi nobili mi è parsa geniale, di una potenza squassante, ed anche frutto di profonda cultura storico-religiosa sulla sacralità del re medioevale - rex sacrorum, re giusto visto come figura del Cristo Re e come Lui vittima sacrificale .. rilettura di smagliante forza iconica e culturale posta tra il re sacrificato di Frazer ed il Cenacolo leonardiano.
Ammalianti le 3 Streghe/Norne/Moire/Parche giocate in un acuto contrasto tra morte e vita con una delle 3 in avanzato stato di gravidanza: la loro opera innominabile divenuta un parto da obitorio di un cadaverico e misterioso androgino. Notevole infine la tensione della con il fantasma di Banquo (un ottimo Francesco Biscione roco, carnale, denso). Potentissima la Lady Macbeth di Melania Giglio: non fredda calcolatrice ma eroticamente invasata, dionisiaca e demonica, sensuale ed insieme mascolina, con naturalezza prima aspra ed imperiosa e poi folle.
#Macbeth pieno di spiriti demoniaci cornuti, animaleschi esseri stregoneschi sorti dall'inconscio o dal sovrannaturale -difficile distinguerli nell'inferno delle coscienze dei protagonisti. Molto evidenti, nelle presenze stregonesche ricorrenti, i ricordi di Riterna di Bergman; una presenza di temi e stilemi visionaria ieratica e potente.
Le tre streghe-Norne che sembravano ripresentarsi come tre satanici officianti bergmaniani, poi come 3 camerieri animaleschi in una cena da horror scandinavo contemporaneo. Salvo pare attento al pop ed al postmoderno, che può conpiere irruzioni anche nei classici; linguaggi necessari al contatto con il pubblico di oggi. Ed era bello vedere il Globe pieno di giovani strappati per qualche ora alla schiavitù dei cellulari appassionarsi alle vicende di un aitante ed intenso Macbeth che poteva ricordare loro un cupo capovolgimento di un Re del Nord, Rob Stark, di Game of thrones, uno di quegli Stark uccisi dal loro idealismo.
Il tutto è stato un tuffo nell'oscurità del mondo, nel Nero. Solamente nero. Un Macbeth (Giacinto Palmarini costantemente illuminato da luce nera torrenziale.
Questa oscurità (rotta solo dal buon re Duncan morituro) pare quasi una citazione per contrasto dell'altrettanto maledetto Macbeth di Polanski, che giocava invece spesso sui toni del bianco di una purezza sacrale e pronta a corrompersi.
Una "Opera al nero" sovrannaturale, buia e potente che conferma le grandissime qualità del regista.

‘Stereotipi e arzigogoli’ a Pordenonelegge per riflettere su temi urgenti e attuali, dal sessismo all’educazione al genere. Da 14 anni la casa editrice Matilda (prima nota con il nome Mammeonline), fondata e diretta da Donatella Caione, persegue l’obiettivo di promuovere l’educazione al genere, stimolando il pensiero critico, favorendo la libertà da modelli imposti, sostenendo una comprensione e un’esperienza del mondo basata sulla conoscenza e non sul pregiudizio.

Matilda, che è anche acronimo di Multicultura Accoglienza Tenacia Identità Lettura Diversità Affettività, propone uno sguardo differente per fare il punto sulle grandi mistificazioni ideologiche e linguistiche intorno a gender, sessismo e alienazione genitoriale (o parentale).
“Proporre sguardi differenti è sempre stato un desiderio della mia casa editrice che pubblica libri sulla procreazione assistita, testi senza stereotipi per offrire alle bambine e ai bambini modelli diversi da quelli che vengono proposti quotidianamente dal pensiero dominante. Libri che affrontano le discriminazioni di ogni tipo, la violenza degli uomini contro le donne o l’importanza del linguaggio di genere”, spiega Donatella e aggiunge: “quotidianamente assistiamo all’utilizzo di un linguaggio sempre più oltraggioso, sessista, irrispettoso, volgare; un linguaggio che non nomina le donne, ma che non ha reticenze nell’insulto, nell’uso delle parolacce a sfondo sessuale. Desideriamo sottolineare quanto invece siano importanti le parole, ad esempio per raccontare in ambito giornalistico la violenza contro le donne”
Di questa necessità Donatella Caione ha parlato anche alla diciottesima edizione di Pordenonelegge durante la presentazione, svoltasi domenica 17 settembre, del suo ultimo libro ‘Stereotipi e arzigogoli’ (pubblicato a marzo 2017). L’incontro è stato organizzato in collaborazione con la Carta di Pordenone ‘Media e rappresentazione di genere’ che ha la finalità di promuovere un’immagine equilibrata e plurale di donne e uomini, superando e contrastando gli stereotipi di genere nei media, per favorire una rappresentazione rispettosa della dignità della persona nell'ambito dell'informazione e della comunicazione.

A dialogare con Donatella, durante la presentazione partecipata da un nutrito pubblico costituito in larga parte da giovani, è stata la consigliera di parità dell’Area Vasta di Pordenone Chiara Cristini.
Partendo dall’accordo - che intende favorire la conoscenza e la diffusione dei principi di uguaglianza, pari opportunità, di riconoscimento e valorizzazione delle differenze - si è cercato di fornire risposte a tanti interrogativi, come ad esempio: maschi e femmine sono diversi/e? E quanto lo sono? E, soprattutto, quanto queste differenze sono determinate biologicamente o sono costruite socialmente? Quanto influenza l'educazione nutrita di stereotipi? Quali sono gli ambiti in cui le differenze sono maggiormente ‘guidate’ dagli stereotipi? Cosa possiamo fare, genitori ed insegnanti, per far sì che bambine e bambini crescano in modo libero, senza essere forzati da ruoli che vengono definiti per loro dal momento in cui nascono? E poi, cosa sono gli stereotipi? Perché sono così pervasivi? Perché vengono usati? Come difenderci?

Il tutto condividendo l’idea che una comunicazione responsabile e la sensibilizzazione degli operatori e delle operatrici possano contribuire all’abbattimento degli stereotipi di genere e a sviluppare il rispetto delle identità di donne e uomini in modo coerente con l’evoluzione dei loro ruoli nella società. Pensiero che l’associazione foggiana Donne in Rete sostiene da tempo, portando avanti ed esportando ovunque – non solo a Pordenone – le buone pratiche in tema di educazione alle differenze.

“Perché relazioni sentimentali violente, bullismo, cyberbullismo sono fenomeni che vanno prevenuti, è inutile contrastarli se prima non facciamo niente per evitarli, ma anzi diamo campo libero a pessime trasmissioni tv e terribili modelli mediatici e pubblicitari”, sostiene Caione che facendo riferimento anche all’omicidio di Specchia afferma: “e chi contrasta l'educazione alle differenze manipolando le coscienze con la 'bufala del gender' ha delle forti responsabilità in materia perché è come se sostenesse chi commette violenza”.

#fotografia #artivisive Biennale di Arte di Venezia 2017, eventi collaterali: Luca Campigotto con il lavoro Iconic China propone una lettura non innovativa ma molto suggestiva degli spazi abitativi della grande Cina. Spazi in cui luomo è apparentemente elemento marignale ma cripticamente artefice di ogni cambiamento immortalato dalle grandi stampe a colir del fotografon nel 2016, anno di realizzazione del lavoro. Suggestiivo l'uso della luce prevalentemente in notturna e stimolanti le prospettive "silenziate" dei grandi cenri urbani. (l.starace)

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