Parlare di Cinema Arti Visive e Culture Indipendenti

Latest Post


A dispetto dei progressi scientifici raggiunti in tema di malattie mentali, la collettività continua a nutrire pregiudizi negativi profondamente radicati. Venerdì, 18 maggio 2012, tavola rotonda a Bari.

Il 18 maggio presso il Cinema Galleria di Bari, inizio ore 10:00, si svolgerà il convegno tavola rotonda “STIGMA MENTE- Il cinema contro i pregiudizi sul disagio psichico”. L'evento è stato promosso dall'Assessorato alle Politiche Sanitarie della Regione Puglia e dall'Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S.) in collaborazione con le Cattedre di Psichiatria e Psicologia Clinica dell'Università degli Studi di Foggia.
Nell'anno scolastico 2010/2011 l'A.Re.S. ha condotto una campagna di prevenzione primaria in 70 istituti di 30 città pugliesi ereditando la metodologia usata sin dal 2005 in Capitanata (rassegne  “Cinema Stigma e Diversità”) dalla Cattedra di Psichiatria dell'Università di Foggia e dalla associazione di promozione sociale“Stigmamente, Arte Media e Psichiatria”: box culturale consistente in proiezioni di film, proposte letterarie e sensibilizzazioni attraverso il linguaggio artistico.
Nella campagna di prevenzione contro lo stigma oggetto dell'evento sono state realizzate circa 120 proiezioni totali di film (“Si può fare”“Il grande cocomero”“L'ottavo giorno” e “Un'ora sola ti vorrei”) e sono stati distribuiti circa 1200 libri (poesia, saggistica, critica cinematografica) vertenti sul disagio mentale e il cinema. Sono stati somministrati anche questionari di valutazione del pregiudizio (Sondaggio Ministeriale e Stigmaquest) a circa 3000 studenti per mappare le tendenze regionali alla discriminazione degli adolescenti.
Il successo presso le scuole dell'iniziativa, raccontata dal documentario “Scivoli per la mente”, e la salienza dei risultati scientifici hanno attratto l'interesse del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM- Ministero della Salute) che ha deciso di finanziare il progetto STIGMA MENTE per un secondo anno. Fra i nuovi film figura anche “La krtipotnite nella borsa” di Ivan Cotroneo, che sarà presente all'evento. Ricordiamo che la “La Kriptonite nella borsa” è stato il lungometraggio premiato nella IV edizione del concorso “La Mente al Cinema” svoltasi lo scorso 9 marzo a Manfredonia. A Manfredonia il progetto sarà svolto dal CIM  e dall'SPDC in classi del Liceo Classico "A.Moro" e Liceo Scientifico "G.Galilei".
Alla tavola rotonda del 18 maggio prossimo parteciperanno il Governatore della Regione PugliaNichi Vendola, l'Assessore alle Politiche della SaluteEttore Attolini, il responsabile del progetto per l'A.Re.S. Vito Piazzola, il Direttore della Cattedra di Psichiatria dell'Universita degli Studi di FoggiaAntonello Bellomo, ed ancora Annamaria Petito della Cattedra di Psicologia Clinica dell'Università degli Studi di FoggiaEdoardo Altomare dell'ASL Bari e Luigi StaracePresidente della associazione di promozione sociale “Stigmamente, Arte Media e Psichiatria sullo Stigma e la Diversità”. A conclusione interverrà come ospite Antonio Stornaiolo (noto al pubblico per il ruolo interpretato in “Toti e Tata”).



Il Liceo Classico "V. Lanza" di Foggia, con il patrocinio dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Foggia, ha organizzato due incontri con ospite Ivan Cotroneo, scrittore, giornalista, sceneggiatore di film e fiction e docente al DAMS, intitolati "Riflessioni sull'identità tra cinema, letteratura e psicanalisi".
Questi gli appuntamenti:
- giovedì 27 gennaio 2011, ore 17.00, presso Palazzo Celestini a Manfredonia (Corso Manfredi, 22), saluti delle autorità e proiezione del film "Mine Vaganti" (sceneggiatura di Ferzan Ozpetek e Ivan Cotroneo); ore 19.00, tavola rotonda "La Mente al Cinema - Edutainement per la Diversità: come il cinema forma all'altro", con la partecipazione di Ferruccio Gemmellaro, giurato del concorso "La Mente al Cinema - Humanities", sezione del "Festival del Cinema Indipendente" di Foggia dedicata al mondo della psiche e promossa dall'Ass. Stigmamente di Manfredonia; modererà Luigi Starace, Presidente dell'Ass. Stigmamanete, partner dell'iniziativa;
- venerdì 28 gennaio 2011, alle ore 10.30, presso l'Aula Magna del Liceo (Piazza Italia, 2), saluti di Matteo Morlino, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Foggia e di Giuseppe Trecca, Dirigente Scolastico del Liceo "V. Lanza"; interverrà Antonello Bellomo, Professore di Psichiatria dell'Università degli Studi di Foggia; condurrà Mariolina Cicerale, docente del Liceo "V. Lanza"; a seguire Ivan Cotroneo presenterà il suo libro "Un bacio", ispirato ad un episodio di cronaca recente accaduto negli Stati Uniti, l'omicidio del quindicenne Larry King, ucciso con un colpo di pistola da un suo compagno di classe, episodio che miscela tragicamente violenza, bullismo e omofobia.
Ai due incontri ha partecipato Anna Paola Concia, Deputato del PD, che nell'ottobre 2009 ha presentato una proposta di legge, bocciata alla Camera, che proponeva di considerare l'omofobia come aggravante in caso di aggressione.



10 domande a Ivan Cotroneo

Ivan Cotroneo è un autore capace di far ridere, sorridere o pensare. Versatile perchè attento al mondo intorno e osservatore per istinto Ivan Cotroneo è già entrato negli schermi televisivi degli italiani da anni come sceneggiatore grazie all'Ottavo Nano e Tutti pazzi per Amore. Penna fertile con tendenze al naturalismo di nuovo millennio Ivan ha saputo emozionare e coinvolgere con la scrittura di Paz! e Mine Vaganti. Prima del grande salto dietro la camera da presa, naturalmente da indipendente e basandosi su un suo romanzo, Ivan lascia nella biografia del primo decennio del 2000 il suo ultimo romanzo: Un bacio.

1) Il momento in cui hai deciso che saresti diventato uno scrittoreNon mi sembra ci sia stato un momento in cui ho deciso. Scrivevo storie già alle elementari, racconti che poi mio nonno batteva a macchina. Ma non ho deciso veramente che sarei diventato scrittore. Io ho solo iniziato a scrivere come un matto.

2) La tua idea di cinema e letteraturaRaccontare mondi inventati per parlare del mondo reale. E quindi cercare di comprenderlo un po’.

3) Il supporto fisico su cui scriviTastiera del computer. Ma se sono in giro prendo appunti dappertutto.

4) Gli autori che ti hanno influenzato maggiormenteElsa Morante, William Somerset Maugham, Raymond Carver, William Shakespeare.

5) Il libro (altrui) che avresti voluto scrivere tuFerito a morte, di Raffaele La Capria



6) Il tuo spettatore ideale
Una persona che cerchi una storia da cui farsi trascinare.

7) La volta in cui avresti voluto mollare tutto (e il motivo percui non l’hai fatto)Non è ancora arrivata. Quando arriverà, spero di resistere.

8) Uno scrittore emergente che consiglierestiRossella Milone, che ha scritto tre racconti bellissimi: ‘la memoria dei vivi’.

9) Il progetto a cui stai lavorando in questo momentoPrendo appunti per il prossimo romanzo, una storia d’amore impossibile, ambientata a Napoli, nel presente e nel passato. E mi preparo a debuttare come regista.

10) Un giudizio su CinemaDoniaMi piace molto. Parlare di cinema indipendente è l’unico modo in cui si possa parlare di cinema. Il cinema dovrebbe essere solo indipendente. E sul sito, le schede e gli interventi sono veramente molto precisi.Ulteriori info e news:www.ivancotroneo.it (luigi starace) 



#65SSIFF News 02 October 2017
Festival de San Sebastián


The San Sebastián International Film Festival is considered the most important festival in the Spanish-speaking world. A selection of films produced worldwide in the last year compete at the Official Selection. It is also considered as the bridge between Europe and Latin America film industries and a meeting point for industry professionals from all over the world. San Sebastián also covers every stage on the value chain of film production through The Industry Club activities: Ikusmira Berriak, Co-Production Forum, Films in Progress and 2017 new activity, Glocal in Progress. Most of the films, once completed, are selected for the Festival's different sections. The 2017 Donostia Awards will be granted to Monica Bellucci, Ricardo Darín and Agnès Varda.





Recensione a cura di Luigi Starace
Francesca
di Bobby Paunescu – Romania, 96′
v.o. rumeno – s/t italiano, inglese
Monica Birladeanu, Doru Boguta, Teo Corban

Film in concorso nella sezione ORIZZONTI –66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Sinossi:
Francesca è una giovane maestra d’asilo che sogna di emigrare in Italia. Nella speranza di una vita migliore, la giovane è pronta ad affrontare qualunque ostacolo, persino i dubbi e le preoccupazioni delle persone che le sono vicine. Il piano prevede che Mita, il suo ragazzo, la raggiunga in Italia non appena porterà a termine un piccolo affare in cui è coinvolto. Ma le cose prendono una piega infelice, vengono alla luce penose verità e le priorità cambiano.

Togliamo subito la curiosità: si è il film che non può essere ancora distribuito nelle sale italiane per via di un contenzioso legale vertente su alcune frasi offensive rivolte a politici italiani. Noi l’abbiamo visto alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia. La distribuzione italiana attende quindi il responso del giudice sull’obbligo o meno di cambiare il doppiaggio italiano. Qualunque sarà la decisione, non cambierà la sostanza delle considerazioni argomento di quest’articolo.

Certo a essere sinceri una prima riflessione diventa proprio questa querelle/querela (o querela versus querelle?): gli italiani 2.0 non sono solo quelli della pizza mandolino e mafia. Non solo, almeno. C’è il sesso, ma questo è noto in Europa dagli anni 60 quando anche le giunoniche ekberg s’immergevano piacevolmente negli acquosi fluidi italiani di cellulosa. Ora c’è anche, si parla naturalmente di stereotipi, anche l’intolleranza e lo sfruttamento. Questa “idea diffusa” scorre lungo tutto il film e diventa uno dei buoni motivi per parlarne. Ebbene occorre ammetterlo: ora anche gli italiani sono odiati all’estero. Il nostro 2.0: perdita di due lunghezze fuori casa, per usare una metafora sportiva.


Non sono tanti i film distribuiti in Italia che parlano del nostro lato oscuro: nell’America di Amelio gli italiani andavano in Albania per intascare gli incentivi e poi non far nulla. Erano gli anni del dopo sbarco a Bari. Ora la leva, sempre economica, dello sfruttamento è l’assistenza domiciliare degli anziani. Sarà davvero solo uno stereotipo? Le statistiche che danno il disinteresse all’integrazione dei giovani italiani al 40% circa, pure?

Francesca, volto già noto agli appassionati di Lost, ha una casa, ha un lavoro e ha una famiglia. Si ha anche un fidanzato focoso che non è italiano, sorry. E’ diversa dai nostri nonni veneti, piemontesi, pugliesi, lucani, siciliani… Non vuole emigrare per mangiare. Vuol farlo per migliorare, evolversi e idealisticamente (ma coerentemente con la sua giovane età) condividere il suo “surplus” con il suo gruppo sociale d’origine. Francesca riuscirà a mettersi in viaggio, ma sarà costretta a fare (o meglio subire) una scelta fra il progresso e gli affetti.




Il film ha un ritmo lento, quasi da fiction, ravvivato da una fotografia quanto più possibile naturalistica. Le ambientazioni quotidiane e le situazioni di vita mostrate fanno pensare al tentativo di una narrazione affine al neorealismo, ma non sarebbe corretto affermarlo perché il messaggio finale, amaro più che tragico è quello del rimanere perché il cuore ti costringe. Non esprit de finesse, tuttavia, ma pragmatismo d’affetti in un tutto scorre di cui però il singolo non riesce a percepire il movimento, cosi il film Francesca inizialmente molto ben comprensibile a chi vive nel Mezzogiorno, termina con la nascita della borghesia rumena. E la borghesia ovunque si vada è sempre la stessa…





Early Season report

E’ in corso una (delle tante) nuova serie fantasy: Shannara, tratta dai romanzi di Terry Brooks scritti a cominciare dal 1978. L’attuale serie è la riproposizione del libro dei primi anni 80, il secondo della prolifica serie sulla dinastia degli eroi della casata degli Shannara. La riproposizione in chiave cinematografica di intere saghe letterarie mainstrem è stata sdoganata dal successo planetario ottenuto dal Trono di Spade. Un successo per l’opera più famosa di Martins da far anticipare, forse, nella serie tv particolari della storia inediti. La differenza in velocità di realizzazione fra lentezza produttiva del cartaceo rispetto alla rapida messa in scena televisiva (ma di qualità e budget cinematografici) avvantaggerà sempre di più le lunghe saghe tematiche, rendendo il lavoro di sceneggiatura più leggero. Il budget risparmiato in sceneggiatori viene cosi destinato alla cura del dettaglio visivo, per rendere un’esperienza visiva sempre più coinvolgente e fidelizzante. Se nel Trono di Spade il plus è nei costumi, nelle nudità generose di professioniste del settore e nel numero delle comparse (cresciuto con il progredire delle stagioni della serie) nelle Cronache di Shannara è la computer graphic 2D e 3D ad essere pantagruelica.
Le Cronache di Shannara è ambientato in un futuro millenario post apocalittico. L’uomo ha dato luogo a mutazioni “magiche” popolando il mondo anche di gnomi, nani e troll. Gli elfi rimangono, da copione una specie apparte. I demoni sono il risultato dell’uso della magia. La visione è quindi manicheistica: esistono il bene e il male con una buona quota di predestinazione, ma la maggior parte degli abitanti della Terra è scettica e molto pragmatica. Poca violenza e niente sesso, anche se i protagonisti vivono tutti gli aspetti dell’affettività. Una serie pensata quindi per lo stesso pubblico adolescente e nerd che percepisce la differenza fra le orecchie di un elfo e quelle di un mezz’elfo. Brooks fu accusato nel 1978 di aver plagiato Tolkien. In realtà paga debito maggiore verso il gioco di ruolo Daungeons and Dragons (DaD) diffusosi a livello mondiale proprio nei primi anni Ottanta. Le Cronache di Shannara mostrano anche una certa somiglianza con imeccanismi narrativi della serie televisiva fantascientifica (ancora in corso) Defiance, in cui l’apocalisse e le nuove razze (una molto simile a quella elfica) vengono causate da alieni spaziali. Costante come nella maggioranza della produzione dedicata ai giovani adulti recente è la centralità delle figure femminili, dalle cui scelte si formano o dissolvono destini collettivi se non cosmici. Che siano coraggiosi prometei in gonnella, seduttrici non morbose o figure messianiche il peso del mondo è posto sulle loro spalle. A riguardo di personaggi femminili coraggiosi ma fragili è doveroso ricordare la capostipite seriale Buffy l’ammazza vampiri.
Il ruolo del contenitore, del mentore fiducioso e iniziatore è affidato alla Natura non antropizzata. “Naturalmente” sempre poco ascoltata dai più. Infine al maschio il venir coinvolto negli eventi senza averlo sempre scelto con una certa lentezza nell’entrare in partita. Se quindi non brilla per creatività letteraria le Cronache di Shannara ha il pregio di essere un vero spettacolo per gli occhi sia nella descrizione di ciò che è rimasto della nostra attuale civiltà dopo l’apocalisse sia nel proporre atmosfere d’effetto al pari dei migliori giochi per piattaforma. Non solo: l’influsso delle spettacolari immagini sviluppate dai disegnatori del gioco di carte Magic è evidente.
La storia è raccontata con suspance e mestiere, difficile che annoi. Un ottimo risultato nel complesso. Da una serie in cui la magia e la conoscenza di se stessi sono il cardine di ogni azione ci si sarebbe aspettato una maggiore narrazione creativa.
(A cura di Luigi Starace, Manfredonia 03 febbraio 2016)

MKRdezign

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *

Powered by Blogger.
Javascript DisablePlease Enable Javascript To See All Widget